Cari lupetti, oggi vorremmo farvi vedere un altro modo di ringraziare davvero suggestivo e perfino commovente. Nella religiosità popolare, infatti, venivano prodotti dei manufatti, in genere anonimi, da chi volveva testimoniare non tanto la propria esistenza, ma il proprio stupore, il sacro, la preghiera. Parliamo di quei ringraziamenti al Divino a cui si attribuiscono miracolose salvezze e guarigioni, ovvero gli ex voto anche detti “per grazia ricevuta”.
In molte chiese, ma anche sui muri di alcune città, si possono trovare delle insolite, ma al tempo stesso affascinanti “bacheche” di manufatti o scritture anonime create da chi abbia avuto necessità di lasciare traccia della propria esistenza, della propria fede e delle proprie preghiere. Gli ex voto sono dei veri e propri «documenti» di momenti delicati o critici dell’esistenza umana: un pericolo scampato, una guarigione conseguita, una calamità naturale evitata o una prova superata. Servono a ricordare all’uomo, la forza della fede, specie quando quest’ultima viene smarrita. Provate lupi questo fine settima ad andare alla ricerca di queste opere: si possono trovare sia nelle chiese, ma anche nei musei. Possono essere semplici, ma al tempo stesso molto belli e rifiniti esteticamente, perché in genere venivano creati dal miglior artigiano della città.
La semplicità di questo sentimento religioso fa venire in mento il primo affresco delle Storie di san Francesco della Basilica superiore di Assisi: L’Omaggio dell’uomo semplice.
Nel dipinto compare un uomo che stende il proprio mantello al passaggio di Francesco, per onorarlo. Solo lui, ispirato da Dio, riconosce che al giovane, ancora non consapevole della sua futura missione, spetta questo onore. L’uomo semplice non è solo l’ignorante, l’incolto: è innanzitutto il puro di cuore. “Beati i puri di cuore perché vedranno Dio” intendendo con questo anche i segni di Dio, le opere da Lui ispirate e le persone che consacrano la loro vita ai principi di santità, bontà, giustizia e aiuto a chi ha bisogno.