Cari lupetti, per concludere la settimana dobbiamo fare in modo che il grazie sia concreto e si faccia sentire non solo a parole. Di intenzioni ce ne sono troppe in giro. Ognuno di noi, trovi modi e possibilità per rendere tangibile la propria gratitudine. Basta poco: un sorriso, una presenza, un ricordo condiviso, una telefonata, un po’ di tempo donato… e il grazie è detto!
C’è una leggenda che narra di un giovane uomo che mentre vagava per il deserto passò attraverso una deliziosa oasi primaverile con uno specchio d’acqua cristallina. L’acqua era così dolce che riempì la sua borraccia di pelle cosicché lui potesse portarne un po’ indietro all’anziano del suo paese che era stato il suo maestro. Dopo 4 giorni di viaggio arrivato in paese regalò l’acqua al vecchio maestro che la prese e la bevve, dopodiché fece un caldo sorriso e ringraziò generosamente il suo studente per quella dolce acqua. Il giovane uomo tornò al suo villaggio con il cuore pieno di felicità.
Più tardi, il maestro lasciò che un altro studente assaggiasse l’acqua. Quest’ultimo la sputò, dicendo che era terribile. Che era diventata stantia per via del contenitore di pelle.
Allora lo studente chiese al maestro: “maestro, l’acqua era nauseante. Perché avete detto che vi piaceva?” Il maestro rispose: “tu hai assaggiato solo l’acqua. Io ho assaggiato il dono. L’acqua era semplicemente il contenitore di un atto di gentilezza e niente può essere più dolce di questo.”